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Advocacy

Le calciatrici Kerr e Mewis vittime dell’odio lesbofobo online

Autore: hervoice

L'annuncio della gravidanza di Sam Kerr e Kristie Mewis, rispettivamente capitana del Chelsea e centrocampista del West Ham, avrebbe dovuto essere un momento di gioia e celebrazione. Invece, la coppia si è trovata a dover affrontare una valanga di commenti lesbofobi sui social media.

Le due donne hanno voluto condividere con il mondo l'attesa di unə figliə attraverso un annuncio sui loro social. Purtroppo questo lieto evento si è trasformato in un bersaglio per l'odio e l'intolleranza. Questo episodio, purtroppo, non è isolato e sottolinea ancora una volta come la violenza lesbofoba online sia un problema sempre più diffuso e grave.

L’annuncio delle calciatrici Sam Kerr e Kristie Mewis, condiviso attraverso questa foto con un'ecografia. Fonte: @samanthakerr20/Instagram

La reazione del mondo del calcio

Il mondo del calcio, e in particolare il Chelsea, ha espresso forte condanna nei confronti di questi attacchi. L'allenatrice del Chelsea, Sonia Bompastor, ha definito i commenti "semplicemente inaccettabili" e ha espresso tutto il suo sostegno alle due calciatrici. Anche il club ha rilasciato una nota ufficiale condannando fermamente ogni forma di discriminazione e difendendo la coppia:

“L'omofobia non ha posto nel calcio, al Chelsea o nella nostra società", si legge nel post pubblicato sui social media. "È straziante e irritante vedere i social media inondati di commenti d’odio quando dovremmo celebrare l'amore, l'orgoglio e l'unità. Nel fine settimana e oggi, il nostro club è stato costretto a disattivare i commenti e persino a eliminare i post, post che avrebbero dovuto essere momenti di gioia [...] alla fantastica notizia che Sam Kerr e Kristie Mewis accoglieranno un figlio nel 2025”.

I commenti lesbofobi

Il post delle due calciatrici ha ricevuto molti commenti di supporto, soprattutto dopo la prima ondata di odio online. Ma ancora oggi, scorrendo la pagina, è possibile leggere i commenti originari: “Chi è il padre”, “Chi è l’uomo tra voi due?” “Cosa accadrà quando il bambino chiederà di conoscere suo padre?” “E’ disgustoso” sono gli esempi rimasti sul post, i cui commenti sono al momento chiusi. 

Un segnale allarmante

La vicenda di Kerr e Mewis ci ricorda che, nonostante i progressi fatti in termini di diritti LGBTQIA+, la strada verso l'uguaglianza è ancora lunga. L'omofobia, purtroppo, è ancora presente nella nostra società e si manifesta in diverse forme, anche attraverso i social media.

Cosa possiamo fare?

Condannare fermamente l'odio: È fondamentale esprimere la propria disapprovazione nei confronti di ogni forma di discriminazione.
Sostenere le vittime: Offrire solidarietà e supporto alle persone che subiscono attacchi online.
Promuovere l'educazione all'inclusione: Educare le nuove generazioni al rispetto delle diversità è fondamentale per costruire una società più equa e tollerante.
Segnalare i contenuti offensivi: Segnalare i commenti di odio sulle piattaforme social può contribuire a limitarne la diffusione.
L'amore è un sentimento universale che non conosce barriere. È fondamentale che tutti noi ci impegniamo a creare un ambiente online e offline più sicuro e inclusivo per tutte*.