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Advocacy, Attivismo

HerVoice: la voce delle donne

Autore: hervoice

La lotta per l’affermazione, la visibilità e i diritti delle lesbiche* include anche le donne bisessuali e pansessuali.

E’ giusto riconoscere le specificità di queste ultime, ma anche cosa ci accomuna tutte: una lotta divisa e frammentata in tanti, troppe piccole nicchie ha meno impatto politico. Ma la necessità di fare fronte comune non deve cancellare le specificità né negare i pregiudizi che possono annidarsi anche nella comunità lesbica* e LGBTQIA+.

Lesbica*, femminile plurale: anche le donne bisessuali e pansessuali fanno parte della comunità lesbica

Le donne bi+ (=bisessuali o pansessuali) sono state storicamente una presenza fondamentale nella comunità lesbica. Figure centrali del primissimo attivismo LGBTQIA+ e femminista erano donne bisessuali, o donne che in varie fasi della vita si sono definite come tali: ne sono un esempio Brenda Howard (la “Madre del Pride”) e Simone de Beauvoir (nonostante sia quasi sempre ricordata solo per la sua relazione con un uomo, e se non è eterosessismo questo…), e in tempi più recenti Julia Serano (divulgatrice e scrittrice trans e bi). Ci sono molto motivi per cui le donne bi+ sono di diritto parte della comunità lesbica*:

Radici storiche: Molte delle prime attiviste lesbiche si sono identificate come bisessuali; del resto le definizioni stesse di “bisessuale” e “lesbica” sono cambiate molto e continuano a cambiare negli anni (e “pansessuale” è ancora più recente). La loro esperienza ha contribuito a far emergere e a dare voce alle identità non conformi alla norma.

Ampliamento della definizione: L'inclusione delle donne bisessuali amplia la definizione stessa di "lesbica", rendendola più fluida e inclusiva di una vasta gamma di esperienze; del resto, l’esperienza dell’attrazione e/o dell’amore di una donna per una donna è comune a tutte le lesbiche e donne bi+. 

Intersezioni identitarie: Le donne bi+ spesso sperimentano in prima persona le discriminazioni legate sia alla lesbofobia che alla bifobia. Possono essere attaccate o discriminate una loro relazione con una donna esattamente come le lesbiche; allo stesso tempo, possono “non essere credute” quando si definiscono bi+ e accusate di essere “in realtà” etero oppure lesbiche.

Arricchimento della comunità: La presenza delle donne bi+ arricchisce la comunità lesbica, portando nuove prospettive ed esperienze.

Rivendicazioni bisessuali e bifobia

Tuttavia, le donne bi+ affrontano anche una serie di discriminazioni e pregiudizi specifici che le rendono un gruppo particolarmente vulnerabile all'interno della comunità LGBTQIA+ e della società in generale. Ecco alcune delle principali sfide che incontrano:

Stereotipi e pregiudizi comuni

"Fase sperimentale": Uno degli stereotipi più diffusi è quello che vede la bisessualità o pansessualità femminili come una semplice "fase" o una deviazione temporanea dall'eterosessualità, spesso legata a esperienze negative nelle relazioni eterosessuali.

"Troppo facile": Alcune persone credono erroneamente che le donne bi+ abbiano una vita sessuale più facile o più promiscua rispetto alle donne eterosessuali o lesbiche, negando così la complessità delle loro esperienze affettive e relazionali.

"Non abbastanza lesbica/gay": Le donne bi+ possono sentirsi escluse sia dalle comunità lesbiche che da quelle eterosessuali, a causa della percezione che non siano "abbastanza" dell'una o dell'altra. Questo può portare a un senso di isolamento e alienazione.

"Bisessualità come scelta": Spesso si pensa che la bisessualità sia una scelta consapevole, mentre per molte persone è un'identità che emerge nel corso della vita e che non può essere semplicemente "decisa".

Discriminazioni sistemiche

Visibilità limitata: La bisessualità femminile è spesso invisibilizzata nei media e nella cultura popolare, contribuendo a rafforzare gli stereotipi e a limitare la consapevolezza pubblica.

Mancanza di rappresentazione: Le donne bi+ sono sottorappresentate nelle ricerche scientifiche e nelle politiche pubbliche, rendendo difficile comprendere appieno le loro esigenze e le sfide che affrontano.

Bifobia: La bifobia, ovvero l'avversione verso le persone bisessuali, può manifestarsi in diverse forme, dalla discriminazione sul lavoro alla violenza fisica.

Intersezioni con altre discriminazioni: Le donne bi+ che appartengono a minoranze razziali, etniche, religiose o socioeconomiche possono sperimentare forme di discriminazione multiple e intersezionali.

Intersezioni con altre discriminazioni: Le donne bi+ che appartengono a minoranze razziali, etniche, religiose o socioeconomiche possono sperimentare forme di discriminazione multiple e intersezionali.

Impatto psicologico ed emotivo

Bifobia interiorizzata: Molte donne bi+ interiorizzano i pregiudizi sociali e mettono in dubbio la validità della propria identità sessuale, causando un profondo senso di vergogna e auto-disprezzo.

Difficoltà nelle relazioni: Gli stereotipi e i pregiudizi possono rendere difficile per le donne bi+ costruire relazioni autentiche e durature, sia con partner dello stesso sesso che di sesso opposto.

Salute mentale: L'isolamento sociale, la discriminazione e la bifobia interiorizzata possono aumentare il rischio di sviluppare problemi di salute mentale, come depressione e ansia.

È fondamentale sfatare questi stereotipi e riconoscere la complessità delle esperienze delle donne bi+.

Il diritto di identificarsi nella lotta lesbica*

Come detto, spesso le donne bi+ si trovano a dover giustificare la propria appartenenza alla comunità queer o lesbica. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che:

L'orientamento sessuale è fluido: l'attrazione sessuale non è statica e può cambiare nel tempo. Le donne bi+ possono identificarsi con la comunità lesbica in base alle loro esperienze, relazioni e identità.

L'esperienza della discriminazione è tristemente diffusa: le donne bi+ possono subire le stesse forme di discriminazione e violenza delle donne lesbiche. Allo stesso tempo, vengono spesso invisibilizzate: è giusto riconoscere e dare il giusto peso anche alla loro esistenza e alle loro istanze.

La lotta per l'uguaglianza è più efficace se lottiamo unite: la lotta per i diritti delle donne LBTI+ è una lotta unitaria. La parcellizzazione in gruppi d’interesse sempre più piccoli rende ogni istanza più facile da isolare come marginale.

La comunità lesbica* sfida l’ordine patriarcale ed eterosessista: l’esistenza lesbica e quella bisessuale sfidano gli stereotipi e i ruoli di genere; l’attrazione bi+

In conclusione, le donne pansessuali e bisessuali sono una parte integrante della comunità lesbica. La loro presenza arricchisce e rafforza la lotta per l'uguaglianza e l'accettazione. È fondamentale riconoscere il loro diritto di identificarsi nella comunità lesbica e di partecipare attivamente alle sue battaglie.

Postilla: ma qual è la differenza tra bisessualità e pansessualità?

La differenza tra questi due orientamenti può sembrare molto sottile. Generalmente viene distinta in questo modo:

• le donne bisessuali provano attrazione per tutti i generi;

• le donne pansessuali provano attrazione per le persone indipendentemente dal loro genere.

Spesso il motivo per cui una persona si identifica come bi o pan è molto personale, legata al gusto, alla propria storia, al modo in cui si è rapportata alla comunità queer eccetera. Di base, tutte le persone bisessuali e pansessuali sono attratte da più di un genere. E’ importante ricordare che ogni persona può definire la propria pansessualità o bisessualità in modo personale.