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Advocacy, Attivismo

Intersessualità: un tassello fondamentale per costruire i diritti della comunità LGBTQIA+

Autore: hervoice

Le persone intersessuali sono un tassello spesso poco conosciuto della comunità LGBTQIA+, ma il loro contributo è fondamentale per comprendere appieno le dinamiche di potere e le sfide che la comunità - e le donne* in particolare - affrontano.

Chi sono le persone intersessuali?

Le persone intersessuali nascono con caratteristiche sessuali che non rientrano nelle definizioni tipiche di "maschio" o "femmina". L’intersessualità può essere evidente nei casi in cui i genitali siano ambigui, per esempio nei casi in cui alla nascita lə neonatə ha una vagina e una clitoride considerata “troppo grande”, al punto da essere considerata un pene. Ma in altri casi non è evidente, ed emerge più tardi nella vita della persona a seguito di esami medici che evidenziano la presenza, allo stesso tempo, di caratteristiche sessuali maschili e femminili.

Questi sono solo alcuni piccolissimi esempi: le persone intersessuali possono avere caratteristiche molto diverse, e identificarsi come donne, uomini o persone non binarie. L’intersessualità, infatti, a che fare con il sesso biologico della persona, non con la sua identità di genere né con il suo orientamento affettivo e sessuale. Le loro esperienze corporee e identitarie sfidano le norme sociali binarie di genere, mettendo in discussione le categorie stesse di sesso e genere.

L'intersezione tra le lotte

Le donne (e per estensione, tutte le persone) intersessuali e le donne lesbiche condividono molte delle stesse battaglie:

Sfida alle norme di genere: Sia le donne intersessuali che le donne lesbiche* sfidano le aspettative sociali legate al genere, rifiutando di conformarsi a ruoli e comportamenti stereotipati.

Medicalizzazione dei corpi: Entrambe le comunità hanno subito e continuano a subire interventi medici non consensuali e stigmatizzanti, nel tentativo di "normalizzare" i loro corpi.

Violenza e discriminazione: Le donne intersessuali e le donne lesbiche* sono esposte a un rischio più elevato di violenza, discriminazione e molestie, sia in ambito privato che pubblico.

Visibilità e riconoscimento: Entrambe le comunità lottano per essere viste, riconosciute e rappresentate nella società.

Binarismo di genere e medicalizzazione dei corpi

Le persone intersessuali sono a serio rischio di subire interventi chirurgici invasivi per “correggere” la loro ambiguità rispetto al binarismo maschio-femmina. Questo purtroppo fa sì che molte persone intersex vengano operate da piccolissime, spesso quando sono neonate, e quindi ovviamente senza il loro consenso. Inoltre, appunto perchè in realtà sesso biologico e genere non sono “prevedibli” e non rispettano sempre le imposizioni sociali, non sono rari i casi di persone intersex che vengono “assegnate” a un sesso con queste operazioni, per esempio a quello femminile, e che poi dimostrano invece di avere un’identità di genere maschile o non binaria quando crescono.

La medicalizzazione dei corpi intersessuali affonda le sue radici in una visione miope e semplicistica dei sessi e dei generi: il binarismo di genere. Il corpo intersessuale non rientra in questo binario e per questo viene “normalizzato”: questi interventi invasivi non sono motivati da un reale disagio nella persona, o da una sofferenza fisica da allievare.

Comprendere meglio queste dinamiche aiuta a vedere molto più chiaramente come la medicina non sia solo un sapere che aiuta e cura, ma anche un meccanismo che “decide cosa è giusto e cosa è sbagliato” nei nostri corpi: il corpo-persona deviante viene visto come malato, da curare e da modificare. Se suona familiare è perché lo è:

• tutte le persone queer sono state a lungo classificate come “malate” dalla medicina, e ancora oggi in Italia le cosiddette “terapie di conversione” non sono proibite
• nell’Ottocento e nel Novecento, le donne “devianti” (per es. lesbiche) o “ribelli” venivano bollate come malate mentali, spesso associando la loro devianza a malformazioni o malattie dell’utero, e rinchiuse in manicomio;
• ancora oggi le persone trans* devono “dimostrare” di essere affette da disforia di genere per accedere al cambio di genere, spesso costrette a mettersi nelle mani di specialistə nominatə dai tribunali che non sono formatə sul tema o sono addirittura ostili.

Cosa possiamo fare?

Educare: Diffondere informazioni sulle persone intersessuali e sulle loro esperienze, sfidando i pregiudizi e promuovendo la consapevolezza.
Sostenere le organizzazioni: Sostenere le organizzazioni che lavorano per i diritti delle persone intersessuali e delle donne LBT.
Essere alleati: Essere alleati attivi delle persone intersessuali e delle donne lesbiche, sfidando la discriminazione e promuovendo l'inclusione.

Le esperienze delle persone intersessuali sono parte integrante della storia della lotta per i diritti delle donne LBT+. Riconoscere e valorizzare il loro contributo è fondamentale per costruire un movimento più forte, inclusivo e capace di trasformare la società.